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Gran Sonata di Anton Diabelli

Per Fortepiano e Violoncello obbligato op. 92

Revisione di Graziano Beluffi

Spartito in formato A4 di 64 pagine + parti per Violoncello

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EM1877

Diabelli, Anton

9788860534156

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…Un’analisi attenta degli spartiti del Diabelli risulta nel nostro Paese operazione ancora da compiersi. E non sarebbe cosa inutile, credo, per diversi motivi… La sorpresa non sarebbe piccola: come per l’esecutore che oggi può rileggere, in questa nuova veste tipografica, la presente Grande Sonata op.92. Siamo sicuri che potrà gustare sensazioni e momenti musicalmente molto felici. Perché, accanto a schemi compositivi assai scontati, diremmo canonici nella pratica musicale dell’epoca, l’interprete potrà infatti riconoscervi lo spirito dell’artista (non tanto nello Scherzo, dove l’influsso dello stile musicale del Beethoven risulta molto evidente, ma in particolare nel primo ampio movimento della Sonata), non scevro da idee e freschezza di inventiva del tutto genuina.

Quando si vuol descrivere in poche righe una figura artistica si corre facilmente il rischio di sminuirne il ritratto; si può incappare nello stesso errore di quando si scatta una fotografia troppo in fretta, senza aver dato il tempo all'obbiettivo di mettere bene a fuoco l'immagine. Il rischio aumenta quando le poche e frammentarie notizie sulla vita del musicista Anton Diabelli (Mattsée, Salisburgo, 6 settembre 1781, Vienna, 8 aprile 1858) forniteci dalla ricerca musicologica italiana non possono illuminarci sulle numerose zone d'ombra della sua esistenza. Fortunatamente conserviamo il ricordo di questo artista non solo grazie all'attività svolta principalmente come pianista, chitarrista e compositore (molti i brani scritti, con finalità didattiche, sia per il pianoforte che per la chitarra), ma per la gran mole di lavoro editoriale iniziato sin dalla giovinezza. Prima come lavorante e correttore di bozze presso la Ditta Steiner, in seguito in comproprietà con l'Editore Cappi e, da ultimo, come titolare di una propria società, la Casa Editrice Diabelli. Per il resto, tuttavia, la storiografia musicale italiana ci ha consegnato solo sporadiche e succinte notizie, troppo esigue per definire il nostro personaggio, sia sotto il profilo umano che artistico. Ma rileggendo la numerosa corrispondenza che il compositore, in particolare grazie alla sua attività editoriale, intrattenne con tanti artisti (spesso di grande levatura), siamo riusciti a definire meglio il ruolo che svolse nella vivace vita artistica viennese del primo '800.

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