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Allegretto

Spartito in formato A4 di 42 pagine

Per 4 violoncelli


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EM1858

Beethoven, Ludwig van

9788860534057

€14,42

01 Prefazione

02 Nota del revisore

03 Bibliografia

04 Allegretto

 

PREFAZIONE

 

La rivisitazione dello splendido movimento sinfonico beethoveniano, opera del medico - musicista Peter Lichtenthal (Pressburg 1780 - Milano 1853) riflette, con sapiente efficacia musicale e timbrica, una necessità particolarmente sentita nella vita culturale italiana dell’inizio ‘800. Se andiamo a sfogliare i programmi da Concerto delle nascenti società artistiche o se ripercorriamo, per esempio, le cronache musicali delle varie famiglie nobiliari milanesi, quelle dei Conti Litta, Branca, Cambiasi, Cicogna, scopriamo che la divulgazione delle opere strumentali dei più noti compositori passava, il più delle volte, attraverso il filtro delle rielaborazioni per piccoli gruppi cameristici. Il motivo risulta facilmente comprensibile. Per raggiungere un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, a fini prettamente divulgativi, la trascrizione di un brano sinfonico per piccoli organici (particolarmente il pianoforte a quattro mani, ma anche il duo, il trio, il quartetto con i più svariati strumenti) si rivelava un mezzo veramente efficace. La partitura, rivisitata e rielaborata, assumeva in questo caso una nuova dimensione: dimostrando che la rivisitazione di un qualsiasi brano donava (e dona tuttora) nuova vita all’opera originaria. Come nel nostro caso specifico: se la trascrizione da un lato ne snaturava l’impianto costruttivo dall’altro ne rendeva comunque possibile un ascolto meditato ed analitico, specie per quelle famiglie o per quei cenacoli artistici che non potevano permettersi il lusso di disporre di un’orchestra propria, allora prerogativa della grande aristocrazia. La trascrizione favoriva dunque, e di molto, la divulgazione delle più celebrate opere sinfoniche europee. Peter Lichtenthal non fece altro, quindi, che utilizzare un mezzo già ampiamente sfruttato. Il merito, al di là della indubbia validità artistica della presente trascrizione, consiste nell’aver compreso fra i primi la grandezza dei compositori presi a modello e nell’aver insistito per molti anni nella divulgazione delle loro opere. Proprio per questa ragione il nostro compositore aveva fondato, presso il proprio domicilio milanese, un’associazione dedita all’ascolto e alla conoscenza del ricchissimo repertorio cameristico europeo, senza dimenticare gli autori italiani.

Spesso venivano eseguiti dei suoi lavori: in questo caso partecipava attivamente, suonando la viola. Nella sua qualità di Censore per il Lombardo-Veneto, presso il Teatro alla Scala, godeva di un notevole privilegio: quello di poter intercedere con insistenza per lo studio e l’esecuzione delle opere mozartiane e del vivente Beethoven. Del Mozart si fece promotore, proprio alla Scala, per la rappresentazione di alcune opere: Don Giovanni, Nozze di Figaro, Flauto Magico, Clemenza di Tito (ne fece una versione, con alcuni estratti, sempre per 4 vlc., che ha rivisto la luce con il n. 1850 della presente edizione). Impegno altamente meritorio, almeno sino all’insorgere prepotente del genio rossiniano, che mise in ombra per molti anni qualsiasi ripresa mozartiana. Per quanto riguarda Beethoven favorì l’esecuzione al Teatro alla Scala, nel 1813, (e fu la prima apparizione del genio tedesco in Italia) del balletto “Prometeo”. La coreografia fu curata da Salvatore Viganò, nipote del grande Boccherini (il padre, Onorato Viganò ne aveva sposato la sorella, Maria Ester, considerata la prima ballerina d’Europa). Il lavoro beethoveniano fu un tale successo che dovette essere replicato molte volte, con grande partecipazione popolare. Ne troviamo perfino testimonianza in una poesia in dialetto milanese del poeta Carlo Porta. La presenza costante delle musiche del Maestro di Bonn nei salotti musicali italiani ci fa intendere quanto fosse conosciuto ed apprezzato in vita. Questa assiduità spiega anche il presente lavoro, tratto da uno dei capisaldi della letteratura musicale di tutti i tempi: la Settima Sinfonia op. 92. Il capolavoro sinfonico più amato dal pubblico durante la tormentata esistenza del Maestro, con il maggior numero di esecuzioni. Questa rivisitazione per 4 violoncelli, che ne è ulteriore conferma, segue con assoluta fedeltà, (fatto non così usuale per l’epoca) il testo originale.

È un brano che richiede notevole studio e preparazione interpretativa: rende testimonianza dell’alto livello tecnico-esecutivo dei virtuosi del tempo, formati dai Maestri del Conservatorio milanese per l’orchestra scaligera. Appartiene ad una serie di trascrizioni per vari strumenti che il Lichtenthal predispose per le proprie serate musicali, ricche di spirito pedagogico e fautrici di un proselitismo degno della più alta considerazione.

 

Graziano Beluffi - Maria Paola Busconi