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La voce di Don Primo Mazzolari CD

La vera voce di Don Primo Mazzolari

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Mazzolari, Don Primo

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Prediche del nostro tempo 7

01 Nostro Fratello Giuda - Bozzolo, GiovedìSanto
02 Il dono pasquale - Bozzolo, Pasqua 1958
03 La strada della pace - Genova, 16.04.1958

Scrittore, giornalista, oratore, don Primo Mazzolari fu soprattutto parroco. Per lui la parrocchia era l'osservatorio più avanzato per conoscere e capire, con simpatia e senza astrattezze, il mondo dei vicini e dei lontani. Incarnato nella vita quotidiana dell'umanità, nella luce del Vangelo, sapeva leggere e far leggere piccoli e grandi avvenimenti.
La sua chiesa in ogni momento seppe conservare la parola religiosa alta, pulita, concreta. Così fu un sacerdote sempre presente nei drammi morali che imponevano senso di responsabilità e rischio di scelta; con grande cuore, seppe comunicare con ogni vicenda di dolore e di speranza; insieme seppe rimanere distaccato e al di sopra delle faziosità e delle meschinità dei tempi più: tristi. Nel Vangelo trovava mirabili risorse per dialogare con tutti e per guardare virilmente in faccia a tutti, quando gli uomini preferivano la maschera al proprio volto. Sempre trovava la parola, la parabola, l'esempio di Cristo, che insegnava a rimanere liberi nel tempo della dittatura e del conformismo, pacifici nel turbine della violenza, giusti e generosi in ogni prova.
La liturgia nella sua parrocchia non era mai occasione e cronaca, ma sostanza e linguaggio vivo del mistero cristiano. In modo ancora più aderente e innamorato egli riviveva e faceva rivivere la storia e la presenza del Cristo del Vangelo. Non aveva un grande armamentario organizzativo per tener vicina e condurre i suoi ascoltatori. Le grandi ricorrenze liturgiche diventavano i fondamentali incontri religiosi tra lui e i suoi parrocchiani: bastavano per la riflessione, la educazione, la formazione cristiana del suo popolo. Nei 40 anni di vita pastorale, Natale e Pasqua, l'Avvento e la Quaresima, le grandi feste, ritornavano a riportare un insegnamento e un orientamento spirituale sempre antico e sempre nuovo: tradizione autentica e invenzione quotidiana si intrecciavano e si sostenevano per rispondere alle esigenze e ai problemi più attuali. La sua intelligenza originale, la sua intuizione poetica, la sua vocazione profetica, nel semplice lavoro del parroco di campagna incominciavano a scoprire, approfondire, arricchire quelle parole di fede lucida, di ardente coraggio, di carità appassionata che si allargavano, poi, come messaggio irresistibile e scomodante per tutti, credenti e no, oltre i confini della parrocchia. Il ìparroco dei contadiniìsi sentì sempre ìil parroco dei lontaniì. Questi fratelli, che facilmente si smarriscono anche per le nostre oscurità e indegnità di cristiani, senza mai saper sbarazzarsi del tutto della nostalgia di Cristo, erano la sua più vera parrocchia. Proprio perchè sentiva e soffriva la lontananza di un popolo, di una classe operaia, di una cultura senza Cristo, e in cerca di Cristo, riuscì sempre a fare della sua chiesa e del suo presbiterio contadino, non un ghetto o un fortilizio, ma il crocevia di tutte le disperazioni e di tutte le speranze.
La vera Chiesa Cattolica è questo crocevia. E don Primo Mazzolari ne fu uno dei testimoni più fedeli e più incompresi.
Umberto Vivarelli