Autori

Sonata op. 20

Per violino e pianoforte.

Spartito A4 di 52 pagine con le parti staccate per i singoli strumentisti


Per informazioni sull’acquisto di questa pubblicazione contattare il servizio clienti Volonté & Co:
ordini@volonte-co.com
Tel: 02/45473285 - Fax: 02/36596796

Maggiori dettagli

new

EM1766

Martucci, Giuseppe

9788860533043

€14,42

revisione a cura di Massimo de Bonfis e Domenico Bruno


...dalla prefazione...

Il Compositore
Durante gli ultimi anni del XIX secolo Giuseppe Martucci (1856-1909) divulgò in Italia l'arte della grande musica strumentale tedesca (Schumann, Brahms, Wagner) provvedendo al rinnovamento del gusto e della cultura della Musica Strumentale Italiana. Essa poteva cosìtornare ad assumere il suo ruolo in prospettiva europea, in antitesi a quello troppo presuntuoso della musica lirica.
Martucci fu un grande pianista (riscosse l'ammirazione di Liszt e Rubinstein); questa Sonata per Violino e Piano op. 20 (erroneamente conosciuta come op. 22, composta il 26 Settembre 1874) appartiene al primo dei suoi due periodi artistici, quasi tutto dedicato ai brani per pianoforte (romanze, studi, capricci, barcarole), che a Napoli vantavano grande tradizione, da F. Lanza sino a S. Thalberg.
In questo suo primo periodo creativo, la norma classicistica di B. Cesi incise positivamente sul linguaggio musicale di Martucci, che personalizzò la propria produzione situandola nel registro della franca cantabilità, della raffinatezza lirica, della scrittura nervosa e razionale, della linda costruzione.
Nel secondo periodo, d'altra parte, con un accostamento più deciso ai generi cameristici e sinfonici, Martucci si impegnerà nel campo formale, scegliendo a modello le opere del grande Romanticismo tedesco (da Beethoven a Schumann, a Brahms, a Wagner).

La Musica
La Sonata per violino e pianoforte in sol minore op. 20 (cosìnumerata sul manoscritto originale) appartiene al periodo di apprendistato del giovane Martucci: scritta nel 1874, fu la sua prima esperienza con questo tipo di Sonata per pianoforte e strumento.
Nel primo tempo, Allegro passionato, il tema viene esposto dal pianoforte mediante ìun motivo di pura melodia e nobiltà di concetto, come scrive Folco Perrino, cui risponde l'ingresso del violino che riprende il medesimo tema. I due strumenti sviluppano alternativamente elementi del tema sino ad un ponte modulante del pianoforte che, con un arabesco inatteso, annuncia e prepara il secondo tema, esposto dal violino con un respiro più ampio ed una espressività ancor più marcata. I due strumenti si tuffano quindi in un gioco continuo contrappuntistico di emozioni, reso da Martucci con raffinata delicatezza, grazie all'inserimento sofisticato di un moto contrario che conduce ad una ulteriore idea tematica. Lo sviluppo prende spunto dall'utilizzo di distinti frammenti del secondo tema, in una fluttuante festa di armonie. Il virtuosismo della Cadenza viene classicamente seguito dalla riesposizione con il ritorno al primo tema, sul quale il movimento giunge alla conclusione.
Il centrale Andante con Moto possiede lo spirito di una romanza: il semplice, lirico cuore del brano viene inizialmente basato su un tenero dialogo fra i due strumenti.  Le risposte reciproche ed i due episodi centrali contrastanti del movimento, vengono dominati da una insuperabile modulazione che conduce, non senza un certo virtuosismo, ad una azione dinamica la quale, partendo da una espressività giocosa, si trasforma progressivamente in drammatica ed infine in malinconica, con un finale rassegnato che si conclude in un tenero pizzicato del violino.
Uno spirito determinato caratterizza il successivo Allegro molto, il quale inizia con un momento di ambiguità tonale, avvertibile nonostante la forte vivacità ritmica. Sembra quasi che il pianoforte tenda a dominare il suo partner: sensazione evidenziata da un ammorbidimento del perfetto bilanciamento delle due parti. La scrittura diretta e concisa dell'autore determina i due episodi fondamentali, evidenziando il contrasto fra la estroversa dinamica nelle modulazioni del primo e la natura lirica e più rilassata del secondo. l'intera sezione di sviluppo ci prepara al finale ove, dopo numerose sorprese, raggiungiamo la conclusiva luminosità tonale della composizione, che fa intravedere nel diciottenne Martucci un compositore emergente, sicura promessa di future grandi affermazioni e successi.