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Opera Ensemble

Trascrizioni operistiche per piccolo Ensemble orchestrale e Soprano  

Opera Ensemble diretto da Gerardo Colella



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Opera Ensemble

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€13,11

Giacomo Puccini (1858 - 1924) - La Bohème
01. Introduzione
02. Sì, mi chiamano Mimì(Mimì)
Giacomo Puccini (1858 - 1924) - Madama Butterfly
03. Un bel dìvedremo (Cio-Cio San)
Vincenzo Bellini (1801 - 1834) - Norma
04. Sinfonia
05. Casta Diva, che inargenti...
06. Ah! bello a me ritorna! (Norma)
Gustav Mahler (1860 - 1911) - Lieder da ìDes Knaben Wunderhorn
07. Nicht wiedersehen
Edvard Hagerup Grieg (1843 - 1907) - Peer Gynt
08. Mattino
09. Solvejgís Lied (Solvejg)
Alexander Porfirievic Borodin (1833 - 1887) - Il principe Igor
10. Danze Polovesiane I
11. Danze Polovesiane II
Georges Bizet (1838 - 1875) - Carmen
12. Ouverture
13. Habanera
14. Entr'acte
15. Chanson Bohème (Carmen)

*Orchestra Opera Ensemble: Violino primo Luca Torciani, Violino secondo Alessandro Vescovi, Viola Luca Trolese, Violoncello Daniela Vescovi, Contrabbasso Valerio Dell a Fonte, Flauto Luca Bossi, Clarinetto Felice Clemente, Oboe Luca Avanzi, Corno inglese Claudio Balletti, Direttore Gerardo Colella
Esordio discografico dell'Opera Ensemble, questo cd raccoglie una serie di brani che costituiscono la sintesi di uníesperienza ormai decennale del gruppo.

Nato nel 1998 per volontà del suo direttore e di alcuni suoi componenti, l'ensemble ha, per sua vocazione, cercato di coniugare l'esigenza cameristica del ìfare musica tra amici con scelte di repertorio apparentemente incongruenti, quale quello operistico e vocale in tutte le sue accezioni.
Apparentemente perchè in realtà si innesta nel solco di una tradizione che si consolida a cavallo tra settecento e ottocento e che annovera i contributi (di diverso peso) tanto dei grandi nomi (pensiamo a Beethoven, Paganini, Chopin, Liszt, etc... ) quanto dei cosiddetti minori (ci riferiamo a quella genìa di compositori/virtuosi strumentisti quali Hummel, Spohr, Moscheles, Giuliani, etc...) che, spesso proprio in questo genere hanno dato le loro prove più convincenti.
Tradizione che potremmo definire, in una generica accezione, della Haus Musik, che vedeva accanto ad un repertorio originale, un altro parallelo costituito da trascrizioni, elaborazioni, riduzioni per gli organici più disparati - oltre che per gli strumenti solisti - di celebri pagine operistiche. A tal riguardo gli autori e i brani qui proposti non hanno certo bisogno di presentazione: si tratta di alcune tra le pagine più note (e più belle) del repertorio lirico/sinfonico.
Forse può essere interessante osservare più da vicino l'elaborazione strumentale e la conseguente interpretazione.
I criteri generali seguiti nelle trascrizioni appaiono improntati ad una riproposizione miniaturizzata, per cosìdire, dell'originale, rispettandone gli equilibri interni e le articolazioni strutturali e timbriche (rapporto soli-tutti, interazione archi-fiati, ispessimento e rarefazione della linea strumentale nel suo complesso).
Particolarmente curati risultano gli effetti dinamici resi molto efficacemente da una sapiente disposizione dei timbri e dei registri strumentali tale da conferire effetti di amplificazione sonora e cromatica insospettabili per un piccolo organico, come traspare dalle due arie pucciniane e dalle pagine belliniane.
A volte è l'apporto di linee create ex-novo a coadiuvare la ricerca di un colore, ricreare la funzionalità e l'atmosfera posseduta dall'originale, come risulta evidente all'ascolto dei numeri tratti da Carmen, in particolar modo la Chanson Bohème.
Altrove è la reinvenzione timbrica, ottenuta sfruttando ogni risorsa combinatoria dello strumentario disponibile, a consentire una resa raffinata e consona al dettato di partenza quale quello di Grieg e Mahler, o dell'introduzione di Bohème (la quale, sulla scia di quella tradizione cui si accennava, risulta essere una sorta di efficace potpourri introduttivo all'aria).
Un ultimo accenno relativo all'interpretazione ci porta ad osservare alcuni tratti significativi; ad esempio lo stacco inconsueto di alcuni tempi (vedi la Sinfonia di Norma, l'Entr'acte o l'introduzione di Bohème), la fedeltà ai da capo (vedi aria e cabaletta di Norma e l'Habanera), le scelte agogiche e dinamiche a volte serrate (prevalentemente nei brani strumentali) a volte plastiche e distese (nei cantabili delle arie pucciniane e belliniane).
Il tutto nel tentativo di conciliare i caratteri della scrittura originale quali la cantabilità e l'afflato orchestrale, con l'agilità e la dimensione sonora contenuta dell'organico cameristico.
Una sintesi originale che vuole sottolineare la molteplicità di caratteri presenti in queste pagine, dall'intimismo lirico pucciniano alla compostezza classica belliniana, dal romanticismo nostalgico e di matrice folclorica di Grieg e Borodin alla sensualità accesa e brillante di Bizet sino alla struggente malinconicità del canto mahleriano.

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