5 Lieder
5 Lieder
5 Lieder
Wolfgang Amadeus Mozart
per voce e chitarra
trascrizione di Daniele Defranchis
Spartito in formato A4 di 36 pagine
Indice
Note sulla trascrizione
ABENDEMPFINDUNG, K. 523
AN CHLOË, K. 524
DAS VEILCHEN, K. 476
DIE ZUFRIEDENHEIT, K. 349
KOMM, LIEBE ZITHER, K. 351
INTRODUZIONE
Nella Vienna della prima metà dell'Ottocento, la chitarra era uno strumento molto diffuso: concerti di Giuliani o Matiegka erano eventi consueti e in ogni salotto che si rispettasse non poteva mancare una chitarra; amatori e dilettanti erano in gran numero e una continua richiesta di musica stampata riguardava metodi, composizioni originali e trascrizioni delle arie e dei brani più in voga. Molto diffusa era anche, allora come oggi, la pratica di cantare accompagnandosi con lo strumento e i maggiori chitarristi-compositori del tempo dedicano un certo numero di opere alla voce (ariette italiane, Lieder, romanze, seguidillas) indicando un accompagnamento per pianoforte o chitarra e spesso solo per chitarra.
In tale contesto s'inseriscono i numerosi arrangiamenti di Lieder tratti dall'opera di Schubert, Mozart e Beethoven, per citare gli autori più celebri. Per avere un'idea del seguito che avessero tali edizioni, si pensi che alcuni Lieder di Schubert sembra siano stati pubblicati nella versione con chitarra prima ancora di quella con il pianoforte.
Di queste trascrizioni, alcune erano destinate a buoni strumentisti e probabilmente utilizzate in concerto dagli stessi elaboratori e cercavano di rendere al meglio, sulla chitarra, il senso del brano originale; altre erano chiaramente destinate ad un pubblico di dilettanti, che chiedeva solo di poter cantare l'aria famosa accompagnandosi con uno strumento, senza alcuna pretesa tecnica o interpretativa (concetto molto vicino a quello dei moderni canzonieri).
A questo secondo gruppo appartengono, ad esempio, le trascrizioni di Lieder mozartiani fatte da Wenzeslaus Matiegka. Il chitarrista e compositore boemo pubblica per Artaria una serie di tre Lieder mozartiani ("Abendempfindung", "Das Veilchen" e "Vergiss mein nicht", quest'ultimo poi attribuito al compositore Lorenz Schneider), in una versione che stravolge completamente la parte strumentale, evidentemente al fine di renderla di immediata lettura e facile esecuzione.
L' inadeguatezza musicale ed espressiva di questi brani, che li rende improponibili in un contesto concertistico (anche la parte di voce è trattata con poca cura), mette in luce, tuttavia, un dato interessante, ossia la comoda adattabilità di alcuni dei Lieder mozartiani alla chitarra.
Nell'opera per voce e pianoforte del Maestro salisburghese, lo strumento svolge per lo più una funzione di "tappeto" armonico fatto di accordi arpeggiati o spezzati, sostiene la voce con armonizzazioni e controcanti, interviene qua e là con qualche frase solistica introduttiva o di commento musicale, ma non gli è quasi mai richiesta una polifonia troppo complessa o una sonorità cosìpiena da risultare inadatta alla trascrizione chitarristica.
Alla luce di questa considerazione, ho rielaborato i Lieder trascritti da Matiegka e selezionato altri lavori che potessero adattarsi bene alla chitarra, ricercando soluzioni che fossero efficaci dal punto di vista strumentale, ma che rimanessero il più possibile aderenti al testo originale, con l'intento di offrire ai chitarristi l'opportunità di addentrarsi in questi piccoli capolavori di musica e poesia.
NOTE SULLA TRASCRIZIONE
La trascrizione dal pianoforte alla chitarra comporta necessariamente degli adattamenti dello spartito originale alle più limitate possibilità di quest'ultima.
Ho tenuto, come modello di riferimento, il repertorio solistico e cameristico del tardo Classicismo Viennese, discendente diretto e immediato, per luogo e tempo, dello stile mozartiano; ciò permette, a mio avviso, di suonare questi brani anche su strumenti d'epoca.
Dove non è stato possibile mantenere l'originale, ho utilizzato tonalità vicine e ncomode, che privilegiassero, anche durante le modulazioni, posizioni agevoli e corde libere, in stile con la tecnica e l'estetica chitarristica del primo Ottocento.
Ho rispettato i rivolti degli accordi e le direzioni degli arpeggi e, di questi, dove lo strumento lo permette, ho riportato esattamente le note originali; ho mantenuto, con i dovuti adattamenti, tutti i momenti in cui lo strumento emerge con armonizzazioni e frasi solistiche.
In qualche punto (es. "Abendempfindung", batt. 12) ho adottato una scrittura polifonica "virtuale", in cui le voci non possono fisicamente durare quanto indicato, ma si evidenzia quale sia la linea della melodia e quale l'accompagnamento.
Ringrazio di cuore tutte le persone che ho in qualche modo coinvolto e scomodato per questo mio lavoro e che mi hanno fornito indispensabili suggerimenti di tipo storico, musicale, editoriale e linguistico: Claudio Maccari e Paolo Pugliese, Lorenzo Micheli, Filippo Michelangeli.
Un ringraziamento particolare a Chiara Origlio per il suo preziosissimo lavoro di traduzione.