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Terzo libro dei Mottetti

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EM1717

Carissimi, Giacomo

9788860532015

€14,42

 

Giacomo Carissimi

per cura e studio di Paolo Pacini

Spartito in formato A4 di 40 pagine - Prima edizione mondiale

O STUPOR ET GAUDIUM -

per 2 Canti, 2 Violini e Basso Continuo
O VERE ET CHARE JESU - per 2 Violini, Tenore, Basso e Basso Continuo

per 2 Canti, 2 Violini e Basso Continuo
O VERE ET CHARE JESU - per 2 Violini, Tenore, Basso e Basso Continuo

 

per 2 Canti, 2 Violini e Basso Continuo
O VERE ET CHARE JESU - per 2 Violini, Tenore, Basso e Basso Continuo

 

 

 

..dalla prefazione..

I tesori di cultura e di documentazione racchiusi negli archivi della Basilica di San Francesco di Assisi, di tanto in tanto, quasi gelosamente, ridanno alla luce qualche preziosa opera.
» del secolo passato il ritrovamento, che non ha mancato certo di produrre vivo interesse nel mondo musicale, di un manoscritto autografo di Giacomo Carissimi: un mottetto in onore di San Francesco di Assisi.
La sicura attribuzione alla mano del Carissimi del mottetto rinvenuto, nasce dopo un attento esame calligrafico di confronto con i manoscritti autentici dell'autore che si trovano nell'Archivio dell'Apollinare in Roma e nel Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna.
Il prezioso autografo è costituito di carte 4, di cui 4 verso in bianco alla fine (cm. 27,7 x 20,4).
I fogli sono di carta a mano, il loro spessore è molto sottile, il colore dell'inchiostro è intenso, molte ed ampie sono le macchie dovute all'umidità. l'intestazione, di pugno dell'autore, indica: ìa 2 Canti, e 2 Violini.
Il testo del mottetto è desunto dall'antifona per il Magnificat dei Primi Vespri che il francescano Giuliano da Spira scrisse per la Basilica Francescana, tra il 1228 ed il 1230.
Lo svolgimento musicale rispecchia fedelmente la distribuzione del testo e lo stile agile e pieno di non comuni accorgimenti, ci induce a credere che sia una composizione non giovanile e che, probabilmente, sia giunta ad Assisi dopo una pressante richiesta fatta al Carissimi dagli assisani o dai successivi maestri di cappella, con i quali mantenne sempre ottimi rapporti di amicizia.
Il mottetto O vere et chare Jesu è stato desunto da un manoscritto del prezioso Fondo del Conservatorio di Parigi.
Esso adotta un testo esclusivamente devozionale, non derivato direttamente dalla liturgia cattolica, con chiari riferimenti al periodo natalizio e al modello di tante laudi che si cantavano in questo tempo liturgico.
Poteva quindi accompagnare riti extraliturgici, come i famosi Exercitii dell'Oratorio; oppure, secondo quanto ci testimonia il Maugars nella Response, seguire, come brano da concerto, la celebrazione liturgica.
Il carattere francese di questo mottetto, grazie al largo uso di ritmo puntato e di mordenti, può nascere da una successiva chiave di lettura di un testo originario del maestro romano, da parte di un allievo d'oltralpe.
Basti pensare che Marc-Antoine Charpentier, dopo un soggiorno di ben tre anni a Roma, durante il quale fu allievo di Carissimi presso il Collegio Germanico, ebbe il merito di far conoscere le opere del proprio maestro in Francia e di divulgarne la fama con esecuzioni degli oratori nella chiesa dei padri gesuiti Teatini a Parigi.
La partitura giunta cosìsino a noi, mantiene comunque inalterata l'originaria spiritualità e l'indiscussa bellezza.

Albino Varotti

Criteri di trascrizione

Nella trascrizione è stata conservata la stesura originale, mantenendo inalterata la tonalità e la notazione, anche per i valori musicali. Si è ritenuto opportuno tratteggiare le indicazioni delle battute, allorquando non sono presenti nella stampa originale.
La realizzazione del Bassus ad Organum, sotto la dicitura [Organo], non ha certamente valore assoluto, ma dà solo uníinterpretazione personale ed ha, essenzialmente, uno scopo pratico.
Ogni aggiunta o modifica di alterazione posta dal revisore (tra parentesi sopra la nota interessata) ha due significati: a) annullare un accidente che, nell'uso moderno, sarebbe valido fino alla fine della battuta; b) indicare la preferenza del revisore nel caso di un passaggio dubbio.
Per il Bassus ad Organum, gli accidenti aggiunti sono posti sempre sopra la nota interessata, onde evitare confusione con i segni di numerica posti sotto la nota.
Per quanto concerne il testo, ove mancante, od ogni qualvolta nell'originale si trovi  ilsegno di ripetizione dello stesso, si è provveduto ad inserirlo tra parentesi quadrata.
Abbiamo ritenuto conveniente inserire la punteggiatura, spesso mancante, per rendere l'opera più intelligibile.
Resta inteso che, qualsiasi aggiunta, modifica o annotazione del revisore, nei casi di dubbia interpretazione, viene segnata tra parentesi.

 

Paolo Pacini

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